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La Concretezza della qualità

Tempo di lettura: 7 minuti

La Concretezza della qualità

In uscita il “Rapporto Concretezza 2019”, il documento ufficiale della manifestazione organizzata dalla Fondazione Istituto Italiano per il Calcestruzzo che mette in rete, le intelligenze tecniche del settore. L’obiettivo, ambizioso, dichiarato e condiviso: migliorare significativamente tutte le attività della filiera, dalla formazione al controllo, a beneficio di sicurezza e qualità del costruito.

Un ponte di… Concretezza. Un modo di vivere e operare dentro il settore delle costruzioni in modo rigoroso e qualificato. Un passo avanti sostanziale vero la qualità. È in corso di pubblicazione il Rapporto Concretezza 2019, ovvero il “grande report corale” della prima manifestazione curata dalla Fondazione Istituto Italiano per il Calcestruzzo guidata da Silvio Cocco e tenutasi il 26-27 settembre scorsi al Castello di Rivalta Scrivia, nel Piacentino.

Il Rapporto, documento ufficiale già annunciato dagli organizzatori, è stato realizzato dalla Fondazione IIC in collaborazione con la Casa Editrice la fiaccola, la cui rivista leStrade è stato fin dai primi passi dell’iniziativa accanto ai suoi promotori nelle vesti di media partner. Concretezza, va ricordato, è un evento dalla formula decisamente innovativa, in quanto sostituisce alla classica impostazione “frontale” un metodo di lavoro articolato in Tavoli tematici (sono sei) che, nel loro “concatenarsi”, vanno a comporre l’intero iter del calcestruzzo in particolare e del costruire, più in generale. I Tavoli sono espressione di una filiera che deve tornare a coltivare un dialogo serrato, produttivo, virtuoso, che stia alla base di una serie di riforme che non sono più procrastinabili. Concretezza gode della prestigiosa collaborazione istituzionale del CNI, Consiglio Nazionale degli Ingegneri, di CROIL Consulta Regionale Ordini degli Ingegneri della Lombardia, e dell’Ordine degli Ingegneri di Piacenza. Nonché del sostegno di un network di operatori del settore delle infrastrutture e dell’edilizia di primo piano, a cominciare dai grandi realizzatori e gestori di reti di trasporto o di energia, dall’Anas a Italferr, da BBT Galleria di Base del Brennero a TELT Torino-Lione, da SINA (ASTM Group) ad A35 Brebemi, alla CVA Compagnia Valdostana delle Acque.

 

La struttura del Rapporto

Il Rapporto Concretezza 2019, una sorta di bilancio della scorsa edizione (maggiori info su concretezza.org) con funzione di rilancio in vista della prossima, in corso di preparazione, avrà una diffusione mirata sia in formato cartaceo, sia digitale, a partire dalle prossime settimane, con l’obiettivo di andare a stimolare i decisori (dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici) su tutte le questioni all’ordine del giorno (dalla formazione ai controlli in laboratorio e cantiere), ma anche di cercare la collaborazione, ponderata e feconda, di altre intelligenze del settore, secondo la logica di apertura tipica dell’intero progetto. In questa sede, ci limiteremo a raccontare la struttura della pubblicazione (che farà da apripista a una vera e propria collana editoriale) e ad anticipare alcuni significativi spunti tematici. Ad apertura del Rapporto vi saranno le voci tecnico-istituzionali, da quella dello stesso Cocco a quella dei rappresentanti degli ordini Giovanni Cardinale e Gianni Massa (CNI), Augusto Allegrini (CROIL) e Alberto Braghieri (Ordine Piacenza). Quindi, il racconto del progetto Concretezza a cura del direttore edioriale di leStrade Fabrizio Apostolo (che ha curato anche i testi dell’opera), per proseguire con la parte forse più “sostanziosa” del volume, ovvero l’analisi delle criticità e delle soluzioni di ogni Tavolo. Semafori rossi e semafori verdi, dunque, per dare sintesi ai contenuti espressi da autorevolissime voci del settore, che non hanno risparmiato di certo il loro impegno in termini di condivisione di know how, spunti, suggerimenti operativi. Ecco allora, quanto emerso dal Tavolo 1 (Scuola e Formazione), dal Tavolo 2 (Stazioni ed Enti Appaltanti), dal Tavolo 3 (Progettazione e Direzione Lavori), dal Tavolo 4 (Imprese esecutrici), dal Tavolo 5 (Produzione) e dal Tavolo 6 (Controlli). A seguire, un capitolo dedicato a tre Focus che i tecnici di Concretezza hanno approfondito “mescolando” le carte, ovvero i partecipanti degli stessi Tavoli. Sono: Formazione e Lavoro, Filiera delle Costruzioni, Sviluppo e Innovazione.

Infine, la sintesi delle sintesi, ovvero le fila tirate da Concretezza che è andata a intrecciare, partendo da tutta questa mole di lavoro collettivo, dieci spunti concreti, operativi, un vero e proprio “Decalogo per la qualità”.

La formula: 6 Tavoli di lavoro divisi per “anelli” della catena del costruire e poi messi a confronto in una sessione plenaria di sintesi
La formula: 6 Tavoli di lavoro divisi per “anelli” della catena del costruire e poi messi a confronto in una sessione plenaria di sintesi

 

Decalogo per la qualità

Ed eccolo qua il Decalogo, o almeno, eccoli qua alcuni passaggi che possiamo anticipare tratti dal testo che tira le fila del lavoro di decine e decine di specialisti del settore, al massimo livello, tutti accomunati dall’obiettivo ambizioso del miglioramento della qualità delle nostre costruzioni. Per approfondire il tema in ogni suo dettaglio, rimandiamo naturalmente ai prossimi numeri di leStrade. E naturalmente a quanto proporremo sul web. Intanto, l’anticipazione, che a nostro avviso può già dare vita a più di una riflessione.

1 – Formare il tecnologo del calcestruzzo e il manager delle costruzioni

Occorre ridare dignità, nobiltà al ruolo del geometra, anima storica dei nostri cantieri, mettendo mano a una riforma dei corsi CAT (Costruzione Ambiente Territorio), che sia fondata su una maggiore adesione dei programmi all’operatività di cantiere e che possa essere sostenuta da finanziamenti adeguati per l’implementazione di poli laboratoriali. A livello universitario è necessario irrobustire i corsi in tecnologia dei materiali, riportare anche gli ingegneri dentro il cantiere e articolare l’offerta formativa prevedendo percorsi di specializzazione coerenti […].

2 – Una scuola in ogni sito e cantiere: nuovo patto tra industria e istruzione

È cruciale, quindi, potenziare e non indebolire l’istituto dell’alternanza scuola-lavoro, coinvolgendo sempre di più, nel contempo, il settore industriale nel training professionalizzante dei tecnici di domani. Oggi esistono già nel nostro Paese realtà virtuose che mettono a disposizione tempo e risorse per la formazione dei giovani, e lo fanno partendo da storie imprenditoriali importanti e da intense esperienze di cantiere. […] I partecipanti di Concretezza propongono di dare senz’altro una struttura istituzionale e normativa a questo impegno, incentivandolo e moltiplicando le occasioni di sinergia tra scuola e industria. […]

3 – Le professioni: dal progettista ricercatore al direttore lavori con pieni poteri

Il discorso dedicato alla formazione può avere un nesso immediato con quello riguardante le professioni, nel nostro caso dell’ingegnere, dell’architetto e più in generale del progettista. Anche in questo caso ci troviamo in un contesto caratterizzato da una svalutazione del ruolo, di una sua marginalizzazione. Pensiamo per esempio alle Direzioni Lavori e al “potere” reale da essere detenuto. […]

4 – Le norme: rendere leggi, regolamenti e capitolati funzionali e prestazionali

Un altro baluardo della qualità sono, certamente, le regole, che devono essere chiare e soprattutto funzionali. Oggi il quadro, a questo proposito, è irto di criticità, essendo permeato da un corpus normativo e regolamentare che da un lato non accompagna come si deve le attività e le esigenze del cantiere e dall’altro consente interpretazioni penalizzanti, per esempio sul piano dell’utilizzo della tecnologia (vedi il “mancato” impiego del mescolatore) o dei controlli. Serve creare dei tavoli ad hoc, delle cabine di regia, dei laboratori normativi che guardino anche agli esempi virtuosi internazionali. […]

5 – Le responsabilità: agire gli uni per gli altri e non (come accade oggi) gli uni contro gli altri

Un ulteriore fattore cruciale e trasversale emerso dai tavoli di Concretezza riguarda la questione della responsabilità, o, meglio, della sua mancata codificazione. […] Un’azione di riforma normativa che affronti questa problematica e dia sostanza a una cornice chiara riguardante l’individuazione e la gestione delle responsabilità, o delle corresponsabilità, all’interno del contesto costruttivo, avrebbe il merito di sprigionare nuove energie oggi sopite proprio in ragione di un’opacità diffusa che favorisce la nota pratica del “rinvio di responsabilità”. […]

Calcestruzzo gettato in opera
Calcestruzzo gettato in opera

6 – Restituire equilibrio al lavoro d’impresa, premiando qualità, trasparenza e serietà

Tutto quanto sovraesposto si ritrova perfettamente, per esempio, nelle dinamiche d’impresa, dentro un contesto, cioè, che insieme al progetto rappresenta il cuore del processo costruttivo. Anche qui emergono le criticità riguardanti la mancata formazione, la confusione normativa, i controlli insufficienti. E parallelamente si alza il velo su possibili soluzioni, che partono per esempio dal ribaltamento delle attuali priorità: prezzo al vertice, qualità alla base. Occorre rovesciare completamente questa prospettiva […].

7 – La questione da risolvere della manutenzione del patrimonio edile e infrastrutturale

Un altro nodo da sciogliere è quello della conoscenza, della pratica di cantiere, ma anche e soprattutto del patrimonio edile e infrastrutturale. Siamo nel vivo di un problema cruciale: la manutenzione degli edifici e delle reti di trasporto. Reti che invecchiano anche in virtù del fatto che sono state progettate e realizzate in un’epoca in cui i piani di manutenzione arrivavano, se arrivavano, solo e molto dopo l’attività progettuale ed esecutiva. Oggi, occorre ribaltare questo scenario e collocare la manutenzione (e la quantificazione dei relativi costi) già dentro la progettazione di un’opera, pubblica o privata che sia. […]

8 – Dagli aggregati alla produzione, al cantiere: certificare tutti i passaggi di filiera

La questione della certificazione della qualità è un aspetto determinante. Si tratta di una strada già in parte solcata, grazie alla collaborazione tra le istituzioni comunitarie e nazionali, si pensi per esempio alla certificazione FPC Factory Production Control. Ora è opportuno proseguire l’opera e migliorarla. In materia di calcestruzzo, per esempio, si è creato un gap tra impianti di produzione virtuosi, che hanno provveduto ad aggiornarsi così come previsto dall’iter FPC, e siti che invece hanno ottenuto il nullaosta “in attesa di messa in regola” e di successivi controlli, risultati poi assenti o inefficaci. […]

9 – Buona tecnica e dosi massicce di tecnologia avanzata per produrre e attestare qualità

Abbiamo citato il caso del mescolatore. Si tratta di una questione emblematica di quanto il corretto impiego della tecnologia potrebbe risultare determinante nella generazione di opere di qualità. La normativa attuale non lo impone, ma non lo disincentiva, al punto che la consuetudine e il buon senso logico, tecnico e manageriale ha portato a una sua massiccia diffusione in molti paesi d’Europa e non solo. In Italia non è andata così e il mescolatore è sempre stato “inspiegabilmente” trascurato.

10 – Un paradigma culturale da ribaltare: controlli da subìti a necessari

Altro tema trasversale e per così dire princeps di Concretezza è infine quello del controllo, fattore da nobilitare al massimo grado. Il controllo deve essere la governance, la cabina di regia di ogni atto costruttivo che miri con determinazione alla qualità. Da “subìto” deve diventare “necessario”. Per attuare questo cambio di paradigma occorre dare vita a un soggetto autorevole a cui demandare le attività di controllo dell’intero processo di filiera, istituire un “garante” del ribaltamento di prospettiva da porre alla base di un nuovo circolo virtuoso, fondato sul passaggio dal “massimo ribasso” alla “massima qualità”.

L’intervento di Valeria Campioni, vicepresidente Fondazione IIC
L’intervento di Valeria Campioni, vicepresidente Fondazione IIC

 

Emilia Longoni – LeStrade

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